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na sunt opera eorum et risu digna: L opere loro sono vane
e degne di riso; cio�, ch altri se ne faccia beffe. Il secondo
modo si � da parte di colui o di coloro da quali altri vuo-
le avere la gloria, cio� dagli uomini; il cui giudicio � incer-
to e il pi� delle volte falso, e per� � vano; de quali dice il
Salmista: Universa vanitas omnis homo vivens; e in un al-
tro luogo: Dominus scit cogitationes hominum, quoniam
Letteratura italiana Einaudi 238
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
vanS sunt: Ogni uomo vivente � tutta vanit�, e Iddio sa
bene ch e pensieri degli uomini sono vani. Il terzo modo
� detto la gloria vana da parte di colui che disidera la glo-
ria; che non ordina l appetito suo in debito fine, cio�
all onore di Dio, e alla salute sua e del prossimo. Della
quale vanit� dice il profeta Ieremia: Ambulaverunt post
vanitatem, et vani facti sunt: Gli uomini sono andati die-
tro alla vanit�, e sono fatti vani. Ragionevolmente, adun-
que, � detta gloria vana quella la quale altri desidera
d avere di cosa vana, e da cosa vana, e per cosa vana. Et �
cosa vana, come dice Ugo di santo Vittore, quella che
non dura a quello che l ha, non prende frutto di quello
che fa, e mai non giugne al termine dove va. Onde Sala-
mone, considerando in queste cose create questa vanit�,
dicea: Vanitas, vanitatum, et omnia vanitas: Il mondo �
vanit� di vanitadi, e ogni cosa � vanit�. L altra lettera ha
vanitantium, cio� degli uomini che si vaneggiano; quasi
dica: Vanit� sono le cose di che gli uomini vanamente si
gloriano. Vani sono gli uomini che desiderano d avere la
vanagloria, o vero da quali altri desidera d avere gloria.
Vano � il fine al quale conduce tal gloria; della quale dice
san Piero: Omnis gloria eius tamquam flos fSni: Ogni glo-
ria dell uomo, per qualunche modo tu la pigli, � vana co-
me il fiore del fieno. E per� dicea bene san Giovanni
Boccadoro: Non � vera cotale gloria, e non � gloria, ma �
v�ta di gloria. Onde gli antichi l appellano vanagloria,
cio� cosa v�ta; ch� la cosa ch � v�ta � detta vana.
CAPITOLO SECONDO
Dove si dimostra che differenza � tra la vanagloria e la super-
bia, e quando � peccato mortale.
La seconda cosa che si dee dire della vanagloria, si �
che differenza � tra lei e la superbia, e quando � peccato
mortale. Dove � da sapere che, avvegna che per la gran-
Letteratura italiana Einaudi 239
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
de somiglianza c hanno insieme questi due vizi, ispesse
volte dalla Scrittura e da savi dottori si prendono l uno
per l altro; tuttavia, considerandogli sottilmente, hanno
grande differenza e sguaglio l uno dall altro; e ciascuno
� vizio per s�, distinto l uno dall altro: la qual cosa ci si
manifesta apertamente, se ci rechiamo a memoria delle
cose dette di sopra. Fu detto di sopra, che la superbia,
propriamente parlando, � uno amore, o vero uno appe-
tito disordinato, che sospinge l animo dell uomo ad al-
cuna escellenza o maggioranza, pi� che non si conviene
secondo la diritta ragione. La vanagloria, secondo che si
puote raccogliere di quello che n � detto di sopra, � uno
appetito di loda mondana, o vero di reputazione secon-
do la stimazione e l oppenione delle genti; per la quale
avere, si manifesta e mostra qualunche escellenza o virt�
o bont�, non referendola con debita ragione in debito fi-
ne, ma vanamente di quella dilettandosi. E per� si dimo-
stra, che altro � superbia e altro � vanagloria. E che la
vanagloria aggiunga e ponga sopra la superbia, si dimo-
stra che dove la superbia desidera d avere alcuna escel-
lenzia e maggioranza, la vanagloria, non contenta pure
d averla, anche la vuole manifestare e farne mostra, per
acquistare loda, nome ed onore e fama appo le genti. E
alcuna volta vuole l uomo vanaglorioso essere lodato,
onorato e reverito, per venire a notizia delle genti, e per-
ch� si manifesti alcuna sua escellenzia o bontade, per
l onore e per la reverenza che gli � fatta, e per la loda e
per la fama che gli � data: s� che alcuna volta la loda e
l onore � cagione della vanagloria; alcuna volta � effetto
e fine al quale per vanagloria l uomo intende. Quando e
come la vanagloria sia peccato mortale, � da notare che,
come dice san Tommaso nella Somma, il peccato � mor-
tale quando � contrario alla carit� di Dio e del prossimo.
Quanto alla carit� del prossimo, la vanagloria propia-
mente, e secondo ch ell � considerata, non � contraria,
se non fosse gi� di rimbalzo o per indiretto; come po-
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Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
trebbe essere ch altri, per acquistare gloria e onore e lo-
da e fama, facesse ingiuria o oltraggio al prossimo, o op-
pressandolo o infamandolo o in altro modo non dovuta-
mente offendendolo; e allora sarebbe bene contro alla
carit� del prossimo, e sarebbe peccato mortale, o cagio-
ne di peccato mortale. Quanto all amore e alla carit� di
Dio, puote essere la vanagloria contraria in due modi.
L uno modo, secondo la materia e la cosa della quale al-
tri si gloriasse; come se altri si gloriasse d alcuna cosa
falsa, che fosse contraria alla divina reverenzia; secondo
che disse il profeta Ezechiel contro a quello re: Eleva-
tum est cor tuum, et dixisti: Deus ego sum: Il tuo quore
s � levato in alto, e dicesti: Io sono Iddio. E san Paolo di-
ce: Perch� ti glorii tu, o uomo, de beni che tu hai rice-
vuto da Dio, come se tu non gli avessi ricevuti? O
quand altri ha alcuno bene temporale o corporale o spi-
rituale che fusse, del quale si gloriasse mettendo s� in-
nanzi a Dio; la qual cosa vieta Iddio per lo profeta Iere-
mia, e dice: Non glorietur sapiens in sapientia sua, nec
fortis in fortitudine sua, nec dives in divitiis suis; sed in
hoc glorietur qui gloriatur, scire et nosse me: Non si glorii
il savio nel senno e nella sapienza sua, n� l uomo forte
nella fortezza sua, n� l ricco nelle sue ricchezze; ma chi
si gloria, si glorii di sapere e di conoscere me. O
quand altri il testimonio degli uomini mandassi dinanzi
a quello di Dio, s� come Cristo dicea contro ad alcuni
nel Vangelo: Qui dilexerunt magis gloriam hominum,
quam Dei: Egli hanno pi� amata la gloria degli uomini,
che quella di Dio. E pu�ssi intendere in due modi: o
ch egli abbino pi� amato d avere gloria dagli uomini,
che da Dio; o ch egli abbino pi� amato di dare gloria
agli uomini, che a Dio. Il secondo modo che la vanaglo-
ria pu� essere contro alla carit� di Dio, si � da parte di
colui che si vanagloria, quando la sua intenzione referi-
sce e ordina alla gloria come ad ultimo fine, alla quale
eziandio le cose virtuose ordina, e per la quale avere non
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